Die Rolle der iurisperitorum in der mittelalterlichen ungarischen kirchlichen Gerichtsbarkeit, mit Hinblick auf die bayerische Entwicklung

Dt.: Die Institution, die das römische Recht rezipierte und als wissenschaftliches Recht lehrte, war die mittelalterliche Kirche, und zwar nicht nur im abstrakten, wissenschaftlichen Sinne, sondern auch in der praktischen, allgemeinen Rechtspflege. Die erste charakteristische Form der ständigen Geri...

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Main Author: Balogh, Elemér 1958- (Author)
Format: Print Article
Language:German
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Published: PubliQation 2020
In: De processibus matrimonialibus
Year: 2018, Volume: 25/26, Pages: 9-20
IxTheo Classification:SA Church law; state-church law
SB Catholic Church law
Further subjects:B Ability
B Canon law
B Doctor of laws
B Scholar
B Judicial vicar
B Hungary
B Roman law
B Church law
B Middle Ages
B History
B Spezialist
B Bavaria
B Jurist
B Customary law
B Church judicial system
B Development
B Common law
B Judge
B Administration of justice
Description
Summary:Dt.: Die Institution, die das römische Recht rezipierte und als wissenschaftliches Recht lehrte, war die mittelalterliche Kirche, und zwar nicht nur im abstrakten, wissenschaftlichen Sinne, sondern auch in der praktischen, allgemeinen Rechtspflege. Die erste charakteristische Form der ständigen Gerichtsbarkeit in Europa entwickelte sich im kirchlichen Institutionensystem, wo diese neue, sensible, intellektuelle Schicht ein stabiles, geschütztes Heim fand. Ein Meilenstein auf diesem Wege war das IV. Laterankonzil (1215) mit seinen Verordnungen. Hierbei sind diejenigen hervorzuheben, die vorschreiben, dass jeder Ordinarius in seiner Diözese für die Gerichtsbarkeit eine im kanonischen Recht gelehrten Person beauftragen muss. Damit war das Fundament einer Rechtsentwicklung geschaffen, die den weltlichen Gerichten über Jahrhunderte voraus war. In Ungarn z.B. kam erst seit Ende des 19. Jahrhunderts die Erwartung auf, dass an den königlichen (= staatlichen, weltlichen) Gerichten zum Richter nur Juristen ernannt werden sollen, die ein Jurastudium absolviert hatten. Diese Rechtsentwicklung bezog sich vor allem auf das materielle Recht (infolge des angewandten römisch-kanonischen Rechts). Ebenso bedeutend aber war die sogenannte inquisition, d.h. ein Prozessrecht, das über ein wesentlich höheres Niveau gegenüber dem akkusatorischen Beweisrecht des Mittelalters verfügte. Nach allgemeiner Auffassung begannen die ersten ständigen kirchlichen Richter ihre Tätigkeit am Ende des 12. Jahrhunderts in Rheims. Das war eigentlich eine Fortentwicklung der Institution der päpstlichen Sendrichter (iudices delegati). Der Erzbischof von Rheims war nämlich zugleich ein päpstlicher iudex delegatus. Seit dieser Zeit nahm die Aktivität dieser delegierten Richter signifikant zu und es war auffallend, dass von ihnen immer mehr gelehrte Juristen waren. Ab der Mitte des 13. Jahrhunderts festigte sich die Gewohnheit, dass in jeder Diözese ein Richter zu ernennen sei. Es gab eine bekannte Ausnahme im eben erwähnten Rheims, wo über längere Zeit zwei Offiziale gleichzeitig tätig waren. Die formale Ursache war, dass der eine Richter die bischöfliche Instanz, der andere die erzbischöfliche, d.h. die Appellationsinstanz vertrat. Es entwickelten sich auch Kriterien über die erforderlichen Fähigkeiten der Kandidaten. Der officialis sollte ein einwandfrei handlungsfähiger Kleriker (jedoch nicht unbedingt ein geweihter Priester) sein, der von den gelehrten, rechtskundigen Juristen auszuwählen war. Die deutschen kirchlichen Richter studierten am Anfang an den norditalienischen Universitäten. Das Konzil von Tours (1236) forderte sogar, dass der Kandidat für das Richteramt ein mindestens fünfjähriges Jurastudium absolviert haben sollte. Lange war dies jedoch noch eine Überforderung. Obwohl auch die Richter an den kirchlichen Gerichten rechtskundige Personen waren, waren sie es genau genommen nicht, weshalb sie die Hilfe von Rechtsgelehrten (iurisperiti) sehr oft in Anspruch nehmen mussten. Der Offizial besaß die alleinige Urteilsmacht (iurisdiction), was aber nicht bedeutete, dass er als Einzelrichter (etwa im heutigen Sinne) vorgehen sollte. Er hatte sogar die Pflicht, vor allem bei komplizierten Fällen, den Rat von echten Rechtsgelehrten zu erbitten. Diese werden in den Quellen als assessores oder consiliarii bezeichnet und konnten auch an den Verhandlungen teilnehmen. Oftmals nahmen sie aber nur die Prozessakten zur Hand. In diesen Fällen hatten die geistlichen Gerichte von ihnen eigentlich ein juristisches Gutachten zu erwarten. Diese Personen galten praktisch als Mit-Richter, die auch von den Parteien vorgeschlagen wurden. Nicht selten handelte es sich dabei um einen früheren Offizial, der an dem konkreten Prozess natürlich nicht interessiert sein konnte. Ihre Tätigkeit - besonders in der ungarischen geistlichen Gerichtspraxis - war leider oft bloß mündlich, sogar ihre Namen wurde nicht aufbewahrt, das Protokoll weist aber zum Glück auf ihre Mitarbeit mit der Formel de iurisperitorum consilio hin. Diese iurisperiti haben also keine eigene iurisdiction, und der Richter war an ihr Gutachten nicht gebunden. Die Parteien hatten das Recht, außer dem verdächtigen Richter (iudex suspectus) auch solche iurisperiti der Prozessführung ausschließen zu lassen. ----- Ital.: L'istituzione che ha ricevuto il diritto romano e che lo ha insegnato come diritto scientifico è stata la chiesa medievale, non solo in senso astratto e scientifico, ma anche nell'amministrazione pratica e generale della giustizia. La prima forma tipica della giurisdizione permanente in Europa si è sviluppata nel sistema istituzionale ecclesiastico, in cui questo nuovo e sensibile strato intellettuale ha trovato un luogo stabile e protetto.Una pietra miliare in questo senso è stato il Concilio Lateranense IV (1215) con i suoi decreti. E' importante evidenziare che ogni Ordinario, doveva nominare per la giurisdizione nella sua diocesi, una persona istruita in diritto canonico. Ciò ha posto le basi per uno sviluppo giuridico che ha preceduto di secoli i tribunali laici. In Ungheria, ad esempio, solo alla fine del XIX secolo si è sviluppata la prospettiva che solo i giuristi che avevano studiato legge potevano essere nominati giudici nei tribunali reali (= statali, laici). Questo sviluppo giuridico ha riguardato principalmente il diritto materiale (come risultato del diritto canonico romano applicato). Altrettanto importante, tuttavia, è stata la cosiddetta inquisizione, cioè un diritto processuale che aveva un livello notevolmente superiore al diritto accusatorio del Medioevo. Si ritiene, generalmente, che i primi giudici permanenti della chiesa abbiano iniziato la loro attività alla fine del XII secolo a Reims. Questo fu in realtà un ulteriore sviluppo dell'istituzione dei delegati papali (iudices delegati). L'arcivescovo di Reims era anche un delegato pontificio iudex. Da allora, l'attività di questi giudici delegati aumentò significativamente e fu sorprendente che, tra di loro, ci fossero sempre più giuristi esperti. A partire dalla metà del XIII secolo si è affermata l'abitudine di nominare un giudice in ogni diocesi. Eccezione nota era la città di Reims, in cui due funzionari per lungo tempo hanno lavorato insieme contemporaneamente. Il motivo formale era che un giudice rappresentava l'istanza episcopale, l'altro, l'arcivescovo, rappresentava l'istanza di appello. Sono stati inoltre elaborati criteri relativi alle competenze necessarie dei candidati. L'officialis doveva essere un chierico perfettamente capace 1 (ma non necessariamente un sacerdote ordinato) che veniva scelto dai giuristi dotti. All'inizio, i giudici della chiesa tedesca studiavano presso le università del nord Italia 2. Il Consiglio di Tours (1236) ha addirittura chiesto che il candidato alla carica di giudice avesse completato almeno cinque anni distudi giuridici. Per molto tempo, tuttavia, questa richiesta fu considerata una pretesa eccessiva. Anche se i giudici dei tribunali ecclesiastici sarebbero dovuti essere anche esperti di diritto, all'atto pratico non lo erano e, quindi, si doveva ricorrere, molto spesso, all'aiuto di studiosi di diritto (iurisperiti). Il funzionario possedeva l'unico potere di giudizio (iurisdizione), il che non significava, tuttavia, che egli poteva procedere come giudice unico (nel senso odierno). Aveva annche il dovere, specialmente in casi complicati, di chiedere il parere di autentici studiosi di diritto. Questi ultimi sono denominati nelle fonti assessores o consiliarii e potevano anche partecipare ai negoziati. Spesso, tuttavia, si consideravano solo i verbali dei procedimenti in corso. In questi casi, i tribunali spirituali dovevano aspettarsi un parere legale. Queste persone sono state praticamente considerate come co-giudiziari, anch'essi proposti dalle parti. Non era raro che queste persone fossero ex funzionari che, naturalmente, non erano interessati al processo specifico. La loro attività - soprattutto nella pratica dei tribunali spirituali ungheresi - era purtroppo spesso solo orale, anche i loro nomi non sono stati tenuti, ma i verbali indicano fortunatamente la loro collaborazione con la formula de iurisperitorum consilio. Questi iurisperiti non avevano quindi alcuna giurisdizione propria e il giudice non era vincolato alla loro opinione. Le parti avevano il diritto di escludere dal processo non solo il giudice sospetto (iudex suspectus), ma anche tali iurisperiti.
ISSN:0948-0471
Contains:Enthalten in: De processibus matrimonialibus